TARI BARLETTA

La TARI a Barletta è in regola – una dichiarazione dell’assessore Vittorio Pansini e del dirigente Michelangelo Nigro

È del tutto regolare a Barletta la Tassa sui rifiuti (TARI), a conferma dello scrupolo con cui l’Amministrazione comunale cura i rapporti con i contribuenti.

In questi giorni campeggia su tutte le testate giornalistiche nazionali e locali la questione della TARI “gonfiata”. E’ bene rassicurare e dimostrare che ciò a Barletta non è accaduto.

Ma andiamo per ordine. Con la legge di stabilità per il 2014, il legislatore aveva introdotto l’Imposta Unica Comunale (IUC), comprendente l’imposizione sugli immobili, Imposta Municipale Unica (IMU, che aveva definitivamente sostituito la vecchia ICI, Imposta Comunale sugli Immobili), il Tributo sui Servizi indivisibili (TASI) e la Tassa sui Rifiuti (TARI).

Nel 2016, il legislatore ha imposto un blocco sulle aliquote dei tributi locali, fatta eccezione per la TARI, il cui meccanismo prevede che la collettività, distinta in utenze domestiche e utenze non domestiche, corrisponda un prezzo che garantisca la copertura integrale dei costi sostenuti per l’erogazione del servizio di raccolta e smaltimento, più in generale del servizio di igiene urbana, anche per responsabilizzare i contribuenti sulla raccolta differenziata.
L’errore di cui tanto si parla in questi giorni e che molti Comuni sembrano aver commesso, sta proprio nelle modalità di calcolo; tant’è che lo stesso Ministero dell’Economia è dovuto intervenire per chiarire la questione e sgomberare ogni dubbio interpretativo, confermando così che non riguarda Barletta. La questione investe le bollette delle utenze domestiche, con riferimento alla cosiddetta “quota variabile”, in quanto il totale della bolletta si compone di:
1. una quota fissa, ottenuta moltiplicando la tariffa (a sua volta individuata in base al numero dei componenti della famiglia) per la superficie complessiva (metri quadrati) dell’alloggio e dei locali che ne costituiscono pertinenza;
2. una quota variabile, definita sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare.
La quota fissa, quindi, è data dalla “tariffa parte fissa” per il “numero dei metri quadrati” della superficie dell’immobile, che comprende anche le pertinenze (box e cantine, poichè per utenze domestiche si intendono tutti i locali destinati a civile abitazione).
Per la quota variabile, di conseguenza, si applica la tariffa corrispondente al numero dei componenti, prescindendo dalla superficie, come si è fatto a Barletta. In altre città, invece, tale quota variabile sarebbe stata applicata anche alle pertinenze, che però, civilisticamente, vengono assimilate all’abitazione principale, come d’altronde già avviene per l’IMU e la TASI.

Nel confermare la corretta applicazione da parte del Comune di Barletta (sulla quale l’Ufficio Tributi resta a disposizione per ogni eventuale ed ulteriore chiarimento), è doveroso rilevare che l’applicazione del primo metodo nella nostra città è avvenuta grazie al proficuo confronto che l’Amministrazione ha avuto per tempo con le rappresentanze istituzionali e gli operatori per individuare scelte di gestione del servizio e modalità amministrative del tributo che consentissero di non far gravare sui contribuenti ulteriori oneri rispetto a quelli dovuti da una corretta applicazione normativa sui rifiuti, anche per corrispondere allo straordinario sforzo dei cittadini per raggiungere a Barletta livelli del 70% circa della raccolta differenziata.

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